I librettisti
(Napoli, 1820 – Napoli, dopo il 1874) è stato un poeta italiano.
Bardare è noto soprattutto per aver integrato il libretto del Trovatore di Giuseppe Verdi, nel 1852, dopo la morte del librettista Salvadore Cammarano.
L'anno successivo curò per lo stesso Verdi il travestimento del Rigoletto col nome di Clara di Perth, che con tale veste riuscì a passare il setaccio della censura napoletana.
(Napoli, 1842-1918)
Compositore, scrittore e librettista.
Studia e si diploma al Conservatorio di Musica di Milano. Nel 1861 si reca a Parigi grazie a una borsa di studio e qui conosce personaggi del mondo letterario e musicale come Victor Hugo, Hector Berlioz, Gioacchino Rossini e lo stesso Giuseppe Verdi. Nella capitale francese concepisce l’idea di comporre opere sui temi di Faust e Nerone. Dopo aver visitato altri paesi europei come Francia, Belgio, Germania, Inghilterra e Polonia, torna a Milano e vi si stabilisce definitivamente. Qui collabora con diversi giornali come critico letterario, si inserisce nell’ambiente della Scapigliatura e scrive il libretto di Mefistofele, ispirato al Faust di Goethe che va in scena alla Scala nel 1868. Accolto con freddezza dal pubblico e dalla critica, Boito viene accusato con quest’opera di essere un imitatore di Wagner. Si dedica quindi ad un lungo lavoro di rielaborazione dell’opera che va in scena, questa volta con successo, a Bologna nel 1875. Oltre ai libretti per le proprie opere, Boito scrive per Franco Faccio quello del suo Amleto (1865), per Alfredo Catalani quello de La Falce, e, con lo pseudonimo-anagrammato di Tobia Gorrio quello per La Gioconda di Amilcare Ponchielli che va in scena nel 1876.
Nel 1879 l’editore Giulio Ricordi propone a Giuseppe Verdi di collaborare con Boito alla composizione di un opera basata sulla tragedia dell’Otello di Shakespeare. Verdi aveva già lavorato con Boito in precedenza scrivendo per lui i testi dell’Inno delle Nazioni prima e la revisione del libretto del Simon Boccanegra poi (1881).
Della produzione letteraria di Arrigo Boito meritano menzione Libro dei Versi, L’alfier nero e Re Orso.
Nel 1881 inizia la collaborazione con Verdi sotto suggerimento dell’editore musicale Giulio Ricordi, che si concretizza con la revisione del libretto del Simon Boccanegra, a cui seguirono quello dell’Otello (1887) e di Falstaff (1893).
Nel 1924 al Teatro alla Scala di Milano viene rappresentato postumo il Nerone, sempre su suo libretto, rimasto incompiuto.
Dal 1887 al 1898 Boito è legato sentimentalmente all’attrice Eleonora Duse, per la quale traduce Antonio e Cleopatra, Macbeth e parzialmente Romeo e Giulietta.
(Napoli, 1801-1852)
Pittore, poeta, drammaturgo e librettista italiano.
Proviene da una famiglia di artisti e lo stesso zio di Salvatore, Filippo, era stato a suo tempo librettista. Concertatore per il teatro San Carlo di Napoli e collaboratore dei più grandi musicisti italiani suoi contemporanei. Nel 1834 lascia l’attività di commediografo per dedicarsi a quella di librettista. Scrive 8 libretti per Donizetti, fra cui la Lucia di Lammermoor, 4 per Verdi, Alzira, La battaglia di Legnano e Luisa Miller, 6 per Paicini, fra cui Saffo, 5 per Mercadante e un’altra trentina, tutti di gusto tipicamente romantico, per operisti minori.
Muore improvvisamente mentre sta ultimando la stesura de Il trovatore che viene poi completata da L.E. Bardare.
(Orange, Avignone, 1832- Capri, 1903)
Librettista francese.
Esordisce nel 1856 come librettista con l’operetta M’sieu Landry per J. Duprato.
Nel 1869 diventa direttore aggiunto del Teatro dell’Opéra di Parigi, dal 1870 al 1874 dirige l’Opéra-Comique insieme a D. Leuven. Per quest’ultimo teatro commissiona a Bizet la sua Carmen.
Scrive per Verdi il libretto del Don Carlos in collaborazione con Fraçois Joseph Méry e traduce in francese i libretti di Simon Boccanegra, La forza del destino. È lui a sottoporre all’attenzione di Giuseppe Verdi il soggetto di Aida, maturato insieme all’archeologo francese Mariette dopo un viaggio in Egitto.
(1803-1866)
Librettista francese.
Collabora con Augustin Eugène Scribe alla stesura del libretto di Les Vêpres siciliennes per Giuseppe Verdi.
(Lecco, 1824 - Caprino Bergamasco, 1893)
Critico musicale e librettista italiano.
Studia medicina a Pavia, ma appassionato di canto inizia la sua carriera in campo musicale come baritono. Per alcuni anni canta in vari teatri italiani e stranieri, dedicandosi in seguito al giornalismo e alla letteratura. Direttore di Rivista minima dal 1865 al 1878 a cui collaborarono fra gli altri Barrili, Boito e De Amicis. Redattore della Gazzetta musicale di Milano dal 1866 al 1872. Autore di novelle, versi e romanzi, scrive circa 85 libretti, tra cui Ednea per Catalani (1866), Aida (1870), la nuova stesura de La forza del destino (1869) ed effettua la traduzione della versione italiana del Don Carlos per Verdi. Esponente secondario della Scapigliatura, pubblica anche diversi saggi musicali tra cui Reminiscenze artistiche e Gli artisti da teatro (1856).
(Molina di Ledro (TN), 1798 — Milano, 1885)
Traduttore e poeta italiano.
Discepolo di Vincenzo Monti, fa parte di quella corrente letteraria che prende il nome di scuola classicista. Buon conoscitore delle lingue straniere, traduce in italiano parecchi capolavori delle letterature germanica e anglosassone, in articolare il teatro di Schiller, Otello e La Tempesta di Shakespeare, molte opere di Goethe, tra cui Faust. Non è un traduttore scrupoloso e interpreta in modo errato molti passaggi poiché mira ad adattare il pensiero originale dell’autore al pubblico di lettori italiani. Non è soltanto un traduttore ma anche poeta e romanziere. Per Giuseppe Verdi scrive il libretto de I masnadieri, tratto da Schiller e rielabora alcuni versi del Macbeth di Francesco Maria Piave.
(Les Aygalades, Marsiglia, 1798 — Parigi, 1866)
Scrittore e librettista francese.
Laureato in giurisprudenza, si dedica a viaggi che intraprende prevalentemente in Italia e in Oriente, per dedicarsi poi alla poesia, alla narrativa e al teatro.
Cura la traduzione della Semiramide di Gioacchino Rossini e appronta il libretto per il Don Carlos di Verdi. Causa la sua improvvisa morte il libretto viene terminato da Camille Du Locle.
(Murano (VE), 1810 — Milano, 1867)
Librettista e compositore italiano.
Abbandonata la carriera ecclesiastica, prosegue gli studi a Roma, dove si trasferisce con la famiglia. Dal 1842 diventa direttore degli spettacoli per il Teatro La Fenice di Venezia, di cui diviene poi poeta ufficiale dal 1848 al 1859.
Dal 1842 collabora anche con il Teatro alla Scala di Milano, divenendone poeta ufficiale dal 1859 al 1867.
Scrive circa sessanta libretti per diversi musicisti: Mercadante, Pacini, Ponchielli e i fratelli Ricci per cui versifica Crispino e la comare (1850).
La sua maggiore produzione librettistica è però per Giuseppe Verdi, di cui diventa assiduo e devoto collaboratore. Per il Maestro di Busseto scrive ben 10 libretti: Ernani e I due Foscari (1844), Attila (1846), Macbeth (1847), Il corsaro (1848), Stiffelio (1850), Rigoletto (1851), La traviata (1853), Simon Boccanegra (1857) ed infine La forza del destino (1862).
(Genova 1788 — Moneglia (GE), 1865)
Librettista e compositore italiano.
Si dedica a viaggi in Spagna, Grecia, Germania e Francia. Consegue una doppia laurea in legge e lettere. Dal 1814 si stabilisce a Milano, dove fa amicizia con importanti esponenti del mondo letterario, come Ugo Foscolo e Vincenzo Monti.
Rifiuta la carica di poeta di corte e Vienna e sotto suggerimento del Monti e di Foscolo si dedica invece alla carriera di librettista.
Collabora con diversi periodici musicali, ma la sua occupazione principale è quella di librettista per il Teatro alla Scala di Milano. Tra i tanti con cui collabora spiccano Vincenzo Bellini con i libretti di celebri opere come Il Pirata, I Capuleti e i Montecchi, La sonnambula e Norma; Gioachino Rossini (Il Turco in Italia), Gaetano Donizetti (Anna Bolena e L’elisir d’amore) e Giuseppe Verdi per cui compone i versi di Un giorno di regno (ossia il finto Stanislao).
(Paris 1803 – 1875)
Scrittore e Librettista francese.
Dedicò la sua attività interamente al teatro in qualità di autore (Mademoiselle Rose, 1843; La comtesse d'Altenberg, 1844), compositore e traduttore di libretti d'opera, direttore del teatro parigino dell'Odéon, dal 1853 al 1856, e quindi dell'Opéra, e come storico.
Suoi sono i copiosi repertori: Histoire universelle du théâtre (1869-1870); Histoire de l'Opéra (1875) e Histoire du théâtre contemporain (1878).
In collaborazione con Gustave Vaëz curò per Verdi il libretto della Jérusalem, rifacimento de I Lombardi alla prima Crociata.
(Parigi, 1791-1861)
Autore drammatico e librettista francese.
È uno degli scrittori più rappresentativi dell’epoca di Luigi Filippo, sia per il grande successo dei suoi scritti, sia per la produzione copiosissima, più di 420 lavori.
Oltre ai molti successi nel genere teatrale della commedia borghese, ottiene anche grandi consensi come librettista di opere per il teatro lirico, in particolare dell’opéra comique.
Dal 1830 collabora con i più grandi musicisti francesi e stranieri come Auber, Rossini, Meyerbeer, Adam, Halévy, Donizzetti e Giuseppe Verdi con Les Vêpres siciliennes (1855), scritto in collaborazione con Charles Duveyrer.
(Ferrara, 1815 - Milano, 1878)
Librettista e compositore italiano.
Esordisce giovanissimo come poeta e romanziere dopo aver effettuato studi musicali e letterari.
Tra il 1840 e il 1845 scrive su libretto proprio, 4 opere, che non riscuotono successo. La sua fama di librettista si deve invece alla collaborazione con Giuseppe Verdi, del quale diventa collaboratore quando il Maestro di Busseto compone le sue prime opere. Solera fornisce a Verdi i libretti per Oberto, conte di San Bonifacio (1839), Nabucco (1842), Giovanna d'Arco (1845) e Attila (1840).
Dal 1845 al 1855 vive in Spagna dove intraprende l'attività di impresario/direttore d'orchestra fra le città della penisola iberica; compone una nuova opera su libretto proprio (La Hermana de Pelayo, data a Madrid nel 1845), un poema di soggetto storico intitolato La Toma de Loió (La presa di Loió), un libretto per Juan Arrieta (direttore del Conservatorio di Madrid):La conquista di Granada, dato nel 1850 e poi nel 1855 con il titolo Isabella la Cattolica. Collabora con un autorevole giornale politico e il suo nome appare a fianco dei migliori scrittori spagnoli.
Ma la sua vita non è fatta solo di poesia, musica e teatro.
Nel 1856 torna a Milano e inizia a muoversi fra Torino, Parigi e il capoluogo lombardo, mantenendo i contatti fra i cospiratori e fungendo anche da corriere segreto fra Cavour e Napoleone III. Disgustato dalla politica che Napoleone persegue con l'armistizio di Villafranca (11-VII-1859), abbandona il campo e fa ritorno a Milano, entra nell'amministrazione di pubblica sicurezza, raggiungendo gradi elevati. Lasciato il suo incarico, vive in povertà dopo aver tentato anche la carriera di antiquario.
Trascorre i suoi ultimi giorni a Milano, completamente isolato, per spegnersi alle quattro di mattina del 21 aprile 1878, giorno di Pasqua. I funerali si svolgono il giorno seguente, alle 16, presso il Cimitero Monumentale di Milano.
(Udine, 1809 — Venezia, 1864)
Segue gli studi a Padova dove si laurea in giurisprudenza. Si stabilisce a Trieste dove fonda il giornale irredentista La Favilla e si afferma come poeta e librettista. Grazie al successo della sua tragedia Parisina, scritta quando è ancora studente, diventa soprintendente del Teatro Grande di Trieste. Pratica la professione di avvocato a Venezia, dove ha occasione di conoscere Giuseppe Verdi, che gli affida il libretto del Il re Lear dopo la morte di Salvatore Cammarano. Nel 1857 il Maestro gli affida la composizione di Un ballo in maschera. Verdi ammira la sua abilità poetica e il suo sentimento patriottico, ma lo trova incompetente per quanto concerne i riferimenti musicali. Somma scrive molti altri lavori teatrali, ma non libretti d’opera.
Il libretto di Un ballo in maschera è inizialmente pubblicato anonimo, poiché Somma rifiuta di associare il suo nome al cambio di scenario e personaggi imposti dalla censura pontificia.
(Bruxelles, 1812 – Paris, 1862)
Pseudonimo dell'autore drammatico francese Jean-Nicolas-Gustave van Nieuwenhuysen. Fu autore di numerose commedie, vaudevilles, libretti d'opera, collaborando con Alphonse Royer, che, con lui, scrisse per Verdi il libretto della Jérusalem, rifacimento de I Lombardi alla prima Crociata.
Per le sue doti artistiche fu chiamato alla direzione dei teatri parigini dell'Odéon e dell'Opéra, palcoscenico che vide la prima di Jérusalem il 26 novembre 1847.