Gli amici più fidi
I cani del Maestro
La confidenza che l’illustre compositore aveva con i suoi cani si evince in una simpatica lettera che Verdi scrive nell’agosto del ‘65 a Ron Ron, il cane di Arrivabene. E’ lo stesso Black - amatissimo cane da caccia ritratto da con Yvette e Moschino da Metlicovitz in una celebre illustrazione - a scrivere. Dopo aver rimproverato “il fratello dilettissimo” per non esserlo andato a trovare, Black gli descrive così la sua vita con il padrone: “Il mio maggiordomo, segretario factotum, quello dei rampini [le note], non mi fa mancare nulla, gli amaretti continuano a piovermi in bocca, i grossi ossi sono per me, la zuppa pronta al mio risvegliarmi, tutta la casa a mia disposizione, ed ora che il caldo è soffocante, io cambio appartamento e letto ad ogni momento e guai a chi mi tocca”. In una lettera del 1868, poi scrive: “Il mio povero Black è malato assai: non si muove quasi più e non vivrà ancora a lungo […] ho comandato un altro Black che si sta fabbricando a Bologna perché nel caso che mi venisse in testa di fare un altro Don Carlos non lo potrei senza un collaboratore di quella specie”. Ecco quanto grande fosse l’amore di Verdi per i suoi compagni.