Questo è il mio testamento.
Revoco ed annullo qualunque siasi altra precedente mia disposizione.
Nomino ed istituisco mio Erede universale la mia cugina Maria Verdi maritata al signor Alberto Carrara di Busseto senza obbligo di dar cauzione e di fare inventario.
1. Lascio agli Asili Centrali della città di Genova la somma di lire ventimila.
2. Lascio allo Stabilimento dei Rachitici della città di Genova la somma di lire diecimila.
3. Lascio allo Stabilimento dei Sordo Muti della città di Genova la somma di lire diecimila.
4. Lascio all’Istituto dei Ciechi di Genova la somma di lire diecimila.
5. Lascio a Guerino Balestrieri che è al mio servizio da molti anni la somma di lire diecimila.
6. Lascio ai domestici che saranno da dieci anni al mio servizio la somma di lire quattromila per ciascuno. Agli altri domestici mille lire per ciascuno.
7. Lascio al Dottor Angiolo Carrara di Busseto il mio orologio d’oro a ripetizione, catena d’oro e lascio pure a suo figlio Alberto tutte le mie armi coll’armadio che le racchiude, piu’ tutti i bottoni d’oro che porto nelle camicie. Tutti questi legati saranno pagati ed eseguiti dalla mia Erede entro sei mesi dal giorno della mia morte.
8. Lascio all’Ospedale di Villanova d’Arda tutti i fondi del Castellazzo, cioè: Cornocchio nuovo, Cornocchio vecchio, Cornocchietto. Stradazza, Colombara, Casello, Provinciale, Pergolo, Casavecchia, salvo il condotto d’acqua che porta le acque alla Cavitella unitamente ai capitali vivi, attrezzi rusticali, doti e scorte di fondo essendo superiore al mantenimento dell’Ospedale, ordino che l’Amministrazione di detto Ospedale abbia a sussidiare l’Asilo Infantile di Cortemaggiore con lire mille annue, metà ogni primo di Gennaio, metà ogni primo di Luglio; piu’ distribuirà in perpetuo l’elemosina di lire venti per ciascuno a cento poveri del Comune di Villanova il giorno 10 novembre di ogni anno.
9. Lascio al Monte di Pietà di Busseto tre fondi in S Agata denominati Cipella, Scandolaro, Casanuova, salvo sempre il condotto che porta le acque alla Cavitella con l’onere:
1° di sussidiare l’Ospedale di Busseto di lire duemila annue pagabili in due rate, 1 Gennaio e 1 Luglio di ogni anno;
2° di sussidiare con mille lire in due rate l’Istituto degli Asili Infantili di Busseto;
3° di distribuire in perpetuo l’elemosina di lire trenta per ciascuno a cinquanta poveri del mio villaggio nativo le Roncole il giorno 10 Novembre di ogni anno;
4° di assegnare una pensione di lire sessanta mensili per quattro anni per ciascuno a due giovani appartenenti l’uno al Comune di Busseto, l’altro al Comune di Villanova sull’Adda, i quali si diano allo studio teorico-pratico dell’agricoltura ed effettivamente vadino in una Scuola od Istituto speciale per compiere i corsi.
Compiuti i corsi, o se avvenga che dai nominati sieno interrotti, si provvederà alle nuove nomine. Qualora poi una parte, o tutta la pensione, ossia la somma di queste due pensioni non fosse erogata per mancanza di apiranti, il piu’ sarà impiegato in altre elemosine ai poveri dei Comuni di Busseto e di Villanova sull’Adda, nella misura a tempo indicata sopra pei poveri delle Roncole.
10. Lascio particolarmente alla Carolina Uttini, il vecchio fondo denominato la Pavesa nel villaggio di Bersano di Besenzone: fondo di cui la suddetta Carolina Uttini gode il prodotto da molti anni.
11. Lascio ai miei parenti discendenti dai fratelli e sorelle del fu mio padre Carlo Verdi, ed ai discendenti dai fratelli e sorelle della fu mia madre Luigia Uttini, ai quali nel giorno della mia morte in caso di successione intestata spetterebbe una quota della mia eredità, lascio, ripeto, i fondi di Piantadoro, e cioè : due are Casavecchia, due are Casanuova, Stardello Casavecchia, stradello Casanuova, Pecorara, Casello, Canale, Colombarolo. Palazzina, unitamente al grosso fondo con grande casa colonica così dett del Bosco coi rispettivi terreni e tutti i capitali vivi, attrezzi rusticali, doti e scorte di fondi di cui va fornito il detto latifondo Piantadoro.
12. Lascio alla Barberina Strepponi, mia cognata, dimorante a Cremona, vita natural durante l’usufrutto del fondo denominato Canale, dell’estensione di circa centodiciotto biolche, da me comperato dal signor Pedrini Francesco di Cortemaggiore con rogito Dott. Carrara Angelo di Busseto, e lego la proprietà del fondo stesso alla signora Peppina Carra maritata Italo Ricci, figlia primogenita della Maria Verdi maritata con Alberto Carrara. Nel caso che questa disposizione non potesse aver effetto, il fondo apparterrà alla mia Erede universale.
13. Lascio al Comune di Villanova sull’Adda lo stabile dell’Ospedale da me costruito e poca terra annesa con tutti gli effetti e gli oggetti che vi si trovano, ed obbligo il Comune di Villanova di rispettare la locazione degli stabili a lui legati, passata fra me ed Alberto Carrara di Busseto con privata scrittura in data 6 Novembre 1888, debitamente autenticata dal Notaio Bavagnioli.
14. Lascio all’Opera Pia Casa di Riposo per Musicisti, eretta in Ente Morale con Decreto 31 Dicembre 1899, oltre lo stabile da me fatto costruire in Milano, Piazzale Michelangelo Buonarroti, e di cui all’istromento 16 Dicembre 1899 a rogito Dott. Stefano Allocchio:
1°- lire cinquntamila di Rendita Italiana consolidata attualmente a me intestata su certificati N. quattro;
2°- lire venticinquemila di Rendita Italiana al portatore;
3°- Tutti i diritti d’autore sia in Italia che all’Estero di tutte le mie opere comprese tutte le partecipazioni a me spettanti in dipendenza dei relativi contratti di cessione. Di tali proventi il Consiglio d’Amministrazione non potrà disporre che della somma di lire cinquemila annue per i primi dieci anni, e ciò allo scopo di formare col residuo un capitale in aumento del patrimonio dell’Opera Pia;
4°- il credito di lire duececentomila verso la Ditta G. Ricordi & C. di Milano sul quale viene ora corrisposto l’interesse del 4% annuo a tenore della convenzione ora in corso;
5°- la somma che venisse eventualmente restituita dal Municipio di Milano a termine del contratto di acquisto del terreno nel cimitero Monumentale di Milano fatto a mezzo del mio avvocato Umberto Campanari;
6°- lascio alla detta Casa di Riposo per Musicisti il Pianoforte grande, formato Erard, che trovasi nel mio appartamento a Genova, la mia spinetta che trovasi a Sant’Agata, le mie decorazioni, i miei ricordi artistici, i quadri indicati con lettera speciale alla mia Erede, e tutto quanto la stessa mia Erede crederà opportuno lasciare per essere conservato in una sala del medesimo Istituto.
15. Lascio al contadino Basilio Pizzola che lavora da molti anni nel mio giardino di S.Agata, la somma di lire tremila da pagarsi subito dopo la mia morte.
16. Lascio al cameriere Gaiani Giuseppe ed all Teresa Nepoti per i loro premurosi servigi prestati, lire quattromila per ciascuno, quantunque non abbiano compiuti dieci anni di servizio.
17. Lascio alla Giovanna vedova Macchiavelli lire quattromila oltre l’uso della casa sua vita natural durante.
18. Lascio ad Alessando Macchiavelli, figlio di detta Giovanna, lire mille.
19. Lascio a Marcellina Macchiavelli, figlia di detta Giovanna, lire mille.
20. Lascio alle altre sorelle, anzi due sorelle, Geltrude e Vittoria Macchiavelli, lire cinquecento per ciascuna.
Faccio obbligo alla mia Erede di pagre i legati come sopra entro sei mesi dalla mia morte, e di consegnare i titoli disposti a favore della casa di Riposo per Musicisti subito dopo la mia morte.
Esprimo il mio vivo desiderio di essere sepolto in Milano con mia moglie nell’Oratorio che verrà costruito nella casa di Riposo per Musicisti da me fondato.
Qualora non venisse assecondato il desiderio da me espresso, dispongo acciocchè abbia erigersi un monumento sull’area da me acquistata nel cimitero Monumentale di Milano , a mezzo dell’avvocato Umberto Campanari, ed ove non venisse ulteriormente disposto, la somma necessaria sara’ pagata dalla mia Erede.
Pero’ detta somma non dovrà sorpassare le lire ventimila.
Nomino come miei Esecutori testamentari il Signor Dottor Angiolo Carrara di Busseto, e suo figlio Alberto Carrara, ai quali lascio la somma di lire cinquemila cadauno.
Prego i miei Esecutori testamentari di rivolgersi per tutto quanto riguarda l’esecuzione di questo mio testamento all’avvocato Umberto Campanari di Milano.
Faccio obbligo alla mia erede di conservare il giardino e la mia casa in S. Agata nello stato in cui ora si trova, pregandola di voler mantenere nello stato attuale tutti i prati che attorniano il giardino.
Tale obbligo viene anche fatto ai suoi Eredi od aventi causa.
Ordino che i miei funerali, sieno modestissimi e sieno fatti allo spuntar del giorno, o all’Ave Maria di sera senza canti e suoni.
Non voglio nessuna partecipazione della mia morte colle solite formole.
Si distribuiranno ai poveri del villaggio di S.Agata lire mille nel giorno dopo la mia morte.
Milano, 14 maggio 1900
Firmato: G. VERDI