Teatro alla Scala di Milano
Il Teatro alla Scala viene costruito sulle ceneri del Teatro Ducale nel 1776 per volontà dell’Imperatrice Maria Teresa d’Austria, e inaugurato nel 1778 con Europa riconosciuta di Antonio Salieri. Il nome deriva dal luogo sul quale il teatro viene edificato, su progetto dell’architetto neoclassico Giuseppe Piermarini: il sito della chiesa di Santa Maria alla Scala.
Nel 1839, Oberto, conte di San Bonifacio apre l’era di Giuseppe Verdi (1813-1901), il compositore che più di ogni altro è legato alla storia della Scala; il trionfo di Nabucco (1842), per il forte sentimento patriottico che suscita nella Milano attraversata dai fermenti del nascente Risorgimento italiano, rafforza le radici popolari del melodramma stesso e ne identifica l’immagine con la Scala.
Dopo una prima composizione, l'Oberto, che riscosse un moderato consenso, Verdi compose Un giorno di regno, opera che rischiò di compromettere la carriera del musicista dal momento che risultò essere un clamoroso fiasco.
Ma nel momento sicuramente più difficile della sua carriera, Verdi ebbe la possibilità di musicare un'opera destinata ad alimentare la sua fama fino ai giorni nostri: il Nabucco, la cui prima andò in scena alla Scala, a Milano, nel 1842. L'opera, il cui libretto è di Temistocle Solera, narra delle vicende degli ebrei durante la cattività babilonese (Nabucco è il re di Babilonia Nabuccodonosor) e dell'intervento divino in aiuto al suo popolo eletto.
Info:
http://www.teatroallascala.org
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Specialmente le mie!
Già a Venezia, il pubblico aveva riservato all'opera, specie alla prima, una buona accoglienza, pur senza decretarne il trionfo, e la critica si espresse in termini piuttosto scettici: "In luogo della vera ispirazione, tranne che in qualche pagina, non vi è che un nobile artistico sforzo di ispirazione", scrisse ad esempio "Il gondoliere", una pubblicazione veneziana dell'epoca. "Attila" fu riproposto il 26 dicembre 1846 alla Scala di Milano e anche in questa occasione la critica alla nuova opera di Verdi non fu particolarmente favorevole. L'impresario Bartolomeo Merelli aveva tentato di convincere Verdi a supervisionare la produzione, essere presente alle prove, preparare i cantanti e dirigere le prime rappresentazioni, ma Verdi aveva rifiutato fermamente. La riuscita dellopera doveva però stargli a cuore se acconsentì a preparare i cantanti (di nascosto!) con prove in casa di Eugenia Tadolini, l'Odabella scaligera; “per accondiscendere a un desiderio dei cantanti – ci dice Muzio che sedeva al cembalo – i quali vanno pazzi per la musica e per il maestro che adorano”. Il risultato però fu del tutto insoddisfacente. Per la pessima messa in scena, Verdi tronca i rapporti col teatro alla Scala. Vi ritornerà sopo dopo 25 anni con l'"Aida". Autorizza Ricordi a realizzare "Macbeth" a Firenze, ad esempio, ma non alla Scala: È persuaso che qui non sappiano montare le opere come si conviene, “specialmente le mie”.
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Va' pensiero
Il successo immediato dell'opera si dovette soprattutto al celebre coro "Va' pensiero", atto d'accusa degli ebrei contro la dominazione straniera. In quel 1842, per tutti i patrioti, il "Va' pensiero" non poteva che essere interpretato come un motivo antiaustriaco. Fu così che Verdi, che in seguito avrebbe scritto ulteriori e grandi pagine nella storia della musica, fu conosciuto anche come simpatizzante delle battaglie del Risorgimento e la leggenda vuole che, durante gli ultimi anni dell'occupazione austriaca del Lombardo-Veneto, la scritta "Viva Verdi" dovesse essere letta come "Viva Vittorio Emanuele Re D'Italia".
Tratto dal sito istituzionale del Teatro alla Scala.
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9 febbraio 1893
Il 9 febbraio 1893 si rappresenta alla Scala la prima della commedia lirica in tre atti Falstaff. Libretto di Arrigo Boito da William Shakespeare. Dopo il trionfo in teatro una folla plaudente si riunisce sotto le sue finestre all'Hotel de Milan. Subito dopo il trionfo di Falstaff si sparge la voce che il re intende conferirgli il titolo di marchese. Si rivolge al ministro Ferdinando Martini perché faccia tutto il possibile per impedirlo come se si fosse trattato di una gravissima disgrazia.
Da “Verdi 366 - Effemeride di una vita”. Ideazione, ricerche e testi di Gaspare Nello Vetro, traduzione di Mariangela & Co. Tecnografica s.n.c Parma (2001).